In questa situazione di conflitto radicato è indispensabile avere il massimo contatto con la nostra gente più di quanto quotidianamente accade in ogni azienda. Occorre spiegare con chiarezza le ragioni dello sciopero ma, soprattutto, il pesante attacco che le imprese vogliono sferrare alla libertà e alla democrazia nei luoghi di lavoro.
Oramai la “maschera” è caduta: il vero obiettivo non è migliorare e far crescere il settore nella misura che raccontano nei convegni e nei patinati documenti ma è, meramente, impoverire il lavoro in ogni misura ed eliminare la rappresentanza e la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici alla vita aziendale, allontanando gli stessi dalle tutele e dai diritti.
In questi giorni ne abbiamo avuta la controprova, qualora ce ne fosse stato bisogno, attraverso dei gravi tentativi. Hanno contestato il diritto allo sciopero, i servizi minimi essenziali in caso di sciopero, il diritto di assemblea e finanche le Amministrazioni comunali proprietarie delle stesse imprese.
Noi abbiamo registrato il forte interesse dell’ANCI – anche attraverso il suo Presidente – a farsi da garante in questo difficile momento ma, a oggi, nonostante la nostra assoluta disponibilità, le Associazioni datoriali non hanno in nessun modo risposto agli inviti più volte reiterati dalle proprietà.
Si è preferito invocare un intervento regolatorio della Commissione di Garanzia per lo Sciopero che, come arbitro, avrebbe dovuto penalizzare il Sindacato e i lavoratori a vantaggio delle imprese, piuttosto che ascoltare le proprietà locali che di questo servizio hanno l’obbligo di rispondere ai cittadini.
Ora sta alla mobilitazione generale rimuovere i macigni pretestuosi che sono stati posti davanti al comparto, alle quasi 90.000 famiglie che di questo vivono e ai cittadini che avranno un danno per la forzata cocciutaggine delle imprese miopi.
Nel frattempo, in moltissime assemblee, attraverso gli ordini del giorno e i molti interventi, s’invocano ulteriori giornate di sciopero da proclamare entro l’estate. Ovviamente ogni decisione sarà presa dopo il 30 maggio, considerando che lo sciopero di lunedì prossimo è solo il punto di partenza.